Un tema, quello del cambio generazionale, sempre più attuale e che coinvolge famiglie e aziende
Spesso però l’interessato arriva a decidere le sorti dei propri beni in poco tempo, senza poter programmare adeguatamente la divisione degli stessi tra gli eredi o, peggio ancora, può accadere che una morte improvvisa non permetta di lasciare disposizioni agli eredi su come gestire, amministrare e, soprattutto, dividere la massa ereditaria compresi i beni collezionati nel tempo.
Gli italiani sono spesso quelli che pianificano tardi la trasmissione (15%) mentre il restante 85% non decide anticipatamente e lascia che le cose vadano per il loro corso, senza tener conto degli “imprevisti” (fiscali, legali ed affettivi) che possono minare la serenità degli eredi. ben sappiamo che la successione ereditaria comporta diverse implicazioni legali, contabili e finanziarie, per non parlare di quelle psicologiche, etiche ed emotive che vanno a complicare la situazione e i rapporti tra familiari.
In tutto questo diventa necessario porre rimedio con una pianificazione preventiva facendo prima chiarezza tra eredi eredi in legittimi e legittimari
Nel primo caso parliamo di tutti gli eredi che, in assenza di un valido testamento, sono chiamati all’eredità mentre nel secondo caso, gli eredi legittimari sono esclusivamente il coniuge, i figli ed i loro discendenti; in assenza di discendenti diventano legittimari gli ascendenti.
Mentre le donazioni a coniuge e figli non sono, istituti sicuri per assicurare loro la titolarità dei beni donati una volta apertasi la successione ereditaria ed è importante che il donante, a tutela degli stessi, preveda – nei limiti della quota disponibile – un apposito documento di collazione ereditaria.
Tra gli strumenti più noti per tutelare il proprio patrimonio nella fase di passaggio generazionale, possono essere come le polizze assicurative sulla vita, il fondo pensione, l’usufrutto, il mandato fiduciario e i vincoli di destinazione.
Nel caso della presenza di una collezione di beni di valore culturale si rende necessaria la costituzione di una Fondazione, ossia un istituto che si costituisce mediante atto unilaterale con cui il fondatore dà vita ad un ente mirante all’ottenimento di uno scopo predeterminato non lucrativo e di pubblica utilità culturale
Meglio se la Fondazione viene collegata ad un Trust che permette permette ad un soggetto (disponente o settlor) di spogliarsi della proprietà di diritti, utilità o beni ed affidarli ad un soggetto terzo (trustee) affinché li amministri e li gestisca per un determinato scopo. Il trustee può, a sua volta, agire sotto il controllo di un altro soggetto (guardiano o protector). E’ sicuramente uno strumento meglio indicato per proteggere il patrimonio aziendale dalle vicissitudini relative ai familiari.
L’importanza di costituire un Trust collegato ad una Fondazione
In questo preciso contesto, la collezione viene data in comodato dal Trust alla Fondazione che si opererà a valorizzarne il patrimonio attraverso tutta una serie di attività atte a promuovere le opere in contesti culturali diversi possano essere nazionali come internazionali nel caso non ci siano problemi di notifiche. Tra le attività suggerite è l’archiviazione digitale che consente di poter disporre di un archivio di tutte le opere. Un sistema di grande utilità per il curatore per poter disporre di disponibilità nei prestiti delle opere – assicurate – a musei o esposizioni temporanee. Anche la produzione di cataloghi può essere molto utile in quanto ne conferma conferma l’esistenza, la proprietà e il valore culturale di ogni singolo oggetto. Tale modello “Trust+Fondazione ” di salvaguardia di un patrimonio artistico-culturale, vale anche per tutti gli oggetti classificati come beni di rilevanza culturale, ma soprattutto risulta essere uno strumento particolarmente adatto nel cambio generazionale anche con valenza di valorizzazione economica, proprio grazie alle attività promosse e gestite dalla Fondazione collegata.