Per secoli, i benefattori hanno gravitato naturalmente verso l’arte e la cultura. Oggi, in tutto il mondo, questo mecenatismo è sempre più prezioso in oggetti da collezione (principalmente opere d’arte) e in attività finanziarie affidate a fondazioni private.
La storia del mercato dell’arte può essere caratterizzata dalla costante tensione tra due sistemi: il sistema del “mecenatismo” e il sistema del “mercato libero”. Questa — “mecenatismo” contro “mercato libero” — sembra una netta dicotomia. Tuttavia, è fondamentale comprendere che questi due sistemi non sono diametralmente antitetici e, anzi, coesistono il più delle volte.
Studiare il mercato dell’arte è come studiare qualsiasi altro settore della storia dell’arte; è importante tenere presente che ci sono sempre più alternative, meno enfatizzate e nascoste, a quelle enfatizzate. Si può fare qui un’analogia ragionevole per facilitare la comprensione: il sistema del “mecenatismo” è “economia pianificata” e il sistema del “mercato libero” è “economia di mercato”. Non esiste un’economia puramente pianificata o un’economia di mercato, salvo pochissime eccezioni; solitamente si adotta l’ibridazione tra economia pianificata ed economia di mercato, e lo stesso fa il mercato dell’arte.
Quando l’amore per l’arte e un intento generoso si uniscono, quale ruolo può svolgere la gestione patrimoniale. Indipendentemente dalle dimensioni e dal profilo delle organizzazioni beneficiarie, i programmi di mecenatismo rappresentano un punto di accesso molto semplice al mondo della filantropia, oltre a rappresentare un’entusiasmante esperienza sociale. Questi programmi rappresentano quindi un ottimo punto di partenza per chi si avvicina per la prima volta al mondo dell’arte e della filantropia. Da lì, è possibile ampliare ulteriormente il proprio impegno in termini di tempo e risorse finanziarie, ad esempio attraverso iniziative personali indipendenti da strutture esistenti. Anche in questo caso, le possibilità sono molteplici. I mecenati, ad esempio, possono decidere di fornire supporto finanziario ad artisti emergenti acquistando le loro opere, o attraverso il networking.
Oltre a sostenere direttamente specifici artisti, i mecenati possono creare soluzioni strutturate e ricorrenti. Premi d’arte, borse di studio, residenze d’artista e festival d’arte sono alcune delle opzioni più popolari. Una volta definito a grandi linee il formato preferito, è il momento di analizzare il contesto, le risorse e gli obiettivi che delineano i progetti.
È necessario prestare particolare attenzione anche agli aspetti patrimoniali in un contesto familiare: un mecenate senza eredi o eredi che desidera sostenere un museo si trova in una posizione molto diversa da quella di un altro individuo che prenderebbe in considerazione l’idea di coinvolgere i propri figli in un progetto a lungo termine. Oltre alle risorse, il futuro mecenate dovrà pensare ai suoi ambiti di interesse preferiti, vale a dire il tipo di artista, periodi specifici nella storia dell’arte, regioni del mondo, forme e formati artistici.
Un altro punto da tenere presente è che alcuni progetti sono di natura puramente altruistica (un esempio lampante è la donazione di un’opera d’arte a un museo senza chiedere nulla in cambio), mentre altri hanno uno scopo completamente diverso (creare una residenza d’artista con l’obiettivo di costruire una collezione personale con le opere d’arte risultanti). In alcuni Paesi del mondo ci sono leggi fiscali più generose nei confronti dei filantropi rispetto ad altri e offrono incentivi fiscali che variano significativamente da luogo a luogo. Oltre a una solida struttura finanziaria, legale e fiscale, dare vita a un progetto filantropico nel campo artistico trarrà vantaggio anche da una conoscenza approfondita del mondo dell’arte e delle sue regole in gran parte non scritte. Con queste premesse diventa interessante comprendere come accanto allo “storico” mecenate potrebbe venire utile la partecipazione anche del sistema del mercato dell’arte.
Un po’ di storia
Il sistema del “mecenatismo” domina il mercato dell’arte all’inizio dell’era moderna, e questo sistema è particolarmente rilevante dal XIV al XVII secolo circa. In questo periodo, individui potenti e facoltosi (solitamente aristocratici), stati e istituzioni erano i principali committenti e mecenati di progetti artistici, con la Chiesa cattolica probabilmente il più importante mecenate delle arti, soprattutto durante la Riforma cattolica. Questi mecenati consideravano un dovere personale o istituzionale e una loro prerogativa sostenere le arti. Il sistema del mecenatismo sembra essere strettamente associato a un governo centrale forte, la stragrande maggioranza dei quali, non a caso, era assolutista. Il sistema clientelare prospera al meglio sotto la teocrazia assolutista (ad esempio lo Stato Pontificio), le monarchie assolutiste (ad esempio la dinastia Ming o la dinastia Borbone) e i ducati minori ma comunque enormemente potenti e i territori dipendenti con una sensibilità “artistica”. Un esempio di mecenatismo collegato al potere esiste da sempre, solo per fare un esempio tra altri numerosi casi, la più nota famiglia italiana di mecenati, quella dei Medici, ha intrecciato “gli affari di famiglia” e vicende personali con quelle dei più grandi artisti del Rinascimento contribuendo considerevolmente alla loro la celebrità con conseguente aumento della richiesta di nuove opere commissionate.
Ciò determina l’esistenza di collaborazione di interessi tra mecenati filantropi, collezionisti e intermediari del mercato. Una sorta di reciproca fiducia che può aprire le porte a sviluppi e opportunità importanti, come la storia ci dimostra.